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L'OMS sta discutendo oggi (28 maggio) su come modificare il Regolamento Sanitario Internazionale (IHR) per rendere più “equa” e più ampia della risposta Covid la risposta a un'emergenza sanitaria in arrivo e che sarà dichiarata da loro stessi. Fin da...

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La prima Emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale PHEIC

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Pubblicato da: klatv | Data: 08/06/2024 | Visualizzazioni: 136

“I media e io abbiamo instaurato una stretta relazione”.

 

-Margaret Chan

 

Nell'aprile 2009, l'OMS dichiarò la sua prima emergenza sanitaria di rilevanza internazionale in seguito alla segnalazione da parte dei CDC di due casi di infezioni da “nuova influenza A H1N1” il 18 aprile, e del rilevamento di altri due il 23 aprile (Archivio CDC).

 

Il 27 aprile l'OMS innalzò il “livello di allerta pandemica influenzale dalla fase 3 alla fase 4, sulla base di dati che mostrano la diffusione da persona a persona e la capacità del virus di causare focolai a livello comunitario”. Il 29 aprile innalzò nuovamente il livello dalla fase 4 alla fase 5, “segnalando l'imminenza di una pandemia e richiedendo a tutti i Paesi di attivare immediatamente i loro piani di preparazione alla pandemia e di essere in massima allerta per focolai insoliti di malattia simil-influenzale e polmonite grave”.

 

Tutti i Paesi dovrebbero attivare immediatamente i loro piani di preparazione alla pandemia”, riferì l'allora Direttore Generale Margaret Chan (Grady, 2009). “Questo passaggio a una fase di allerta più elevata è un segnale ai governi, ai ministeri della Sanità e ad altri ministeri, all'industria farmaceutica e alla comunità imprenditoriale che certe azioni devono essere intraprese con maggiore urgenza e a un ritmo accelerato.” (VOA, 2009) Un reporter della CNN ha contattato l'OMS e ha fatto notare che la definizione sul sito web dell'Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che un'influenza pandemica causa “un numero enorme di morti e malattie”. (Cohen, 2009)

 

In quel momento non era evidente che questo fosse il caso. Quella mattina, prima della chiamata, il testo descriveva effettivamente una pandemia influenzale come uno scenario in cui la mancanza di immunità portava a “epidemie in tutto il mondo con un numero enorme di morti e malattie” (Web Archive, 2009). Poco dopo, l'intera sezione fu sostituita con una intitolata “Introduzione”, priva di tale riferimento. (Web Archive, 2009)

 

Due giorni dopo, fu presentata una nuova definizione di pandemia influenzale, in cui il requisito del “numero enorme di morti e malattie” era decisamente assente. Si affermava inoltre che “le pandemie possono essere lievi o gravi”. (Web Archive, 2009)

 

In poche parole, senza alcun requisito di gravità, una “pandemia influenzale” poteva significare qualsiasi cosa l'OMS volesse. L'11 giugno, l'Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarò l'esistenza di una pandemia e innalzò il livello di allerta pandemica mondiale alla fase 6. Il dottor Klaus Stoehr, ex responsabile della Preparazione alle Pandemie dell'OMS, dichiarò in seguito: “La pianificazione delle pandemie a cui ho partecipato si è sempre basata su un grave evento di salute pubblica. [...] Passare alla Fase 6 significava che volevamo che i governi [...] dessero il via ai loro piani, indipendentemente dal fatto che lo ritenessero urgente o meno”. (Commissione per gli Affari Sociali, Sanitari e Familiari, 2010) Eppure, quell'anno l'influenza suina non si rivelò più grave in termini di complicazioni rispetto alla normale influenza stagionale, anzi morì per malattie classificate come influenza solo la metà circa delle persone rispetto a un anno tipico. (Randall, 2010) Inoltre, la dichiarazione dell'OMS arrivò in seguito al parere che Chan ricevette dal Comitato di Emergenza Pandemica dell'OMS, sui cui membri l'OMS ha insistito per mantenere il segreto, contrariamente al precedente. (Cohen & Carter, 2010) Nonostante la mancanza di collaborazione da parte dell'OMS, il BMJ riuscì ad utilizzare fonti periferiche per confermare la partecipazione di tre membri del comitato, tra cui nientemeno che Arnold Monto, il già citato autore dell'allegato sulla vaccinazione, pagato dalle case farmaceutiche.

 

[Farmacologia e terapia]

La professoressa Mintzes non concorda con la spiegazione dell'OMS secondo cui la segretezza era necessaria per proteggere dall'influenza di interessi esterni sul processo decisionale. “Non riesco a capire perché l'OMS abbia mantenuto il segreto. Dovrebbe essere pubblico in termini di responsabilità, come i comitati consultivi di esperti”. ... L'autrice ritiene inoltre che il fatto stesso di consentire una soglia di attivazione per i contratti sui vaccini apra inutilmente il sistema allo sfruttamento. “Sembra un problema che questa dichiarazione possa far scattare i contratti. Dovrebbero esserci delle salvaguardie per assicurarsi che chi ha interessi coi produttori di vaccini non possa sfruttare la situazione”. Colpita dalla denuncia del BMJ, l'Organizzazione Mondiale della Sanità si degnò di rendere note le identità dei membri del suo comitato circa un mese dopo. (Healio, 2010) Dei sedici membri, una mezza dozzina dichiarò interessi concorrenti, tra cui il professor Neil M. Ferguson, che ammise di essere stato consulente di Roche, Novartis e GSK Biologicals. (OMS, 2010)

 

In particolare, dopo aver trascorso una carriera a formulare proprio il tipo di congetture sullo scenario peggiore più redditizio per l'industria farmaceutica (Fund, 2020), il “Professor Lockdown” Neil Ferguson (Patel, 2021) avrebbe impostato più o meno da solo il tono della risposta britannica e americana al COVID (Kelland & Piper, 2020) con una modellistica che è un'assurda farsa, come dimostrato empiricamente dai Paesi che si sono opposti alle sue raccomandazioni di lockdown. (Magness, 2021) Ancora più scandaloso è il fatto che Ferguson abbia infranto le regole di lockdown che lui stesso aveva spinto Boris Johnson a imporre, per incontrarsi con la sua amante sposata (Tucker, 2020). Ferguson si dimise a causa dell'indignazione, ma, incredibilmente, fu reinserito nel comitato consultivo del governo giusto in tempo per cancellare il Natale dei britannici. (Norton, 2020)1

 

Mentre le occasionali e imbarazzanti rivelazioni dell'era COVID sull'ipocrisia dei funzionari pubblici sono state tollerate dai media, è degno di nota che durante il fiasco dell'H1N1 del 2009 alcuni organi di stampa erano ancora disposti ad impegnarsi in una vera e propria critica politica. Ciò precedette le innovazioni dell'era COVID, come i pagamenti miliardari per la promozione del vaccino COVID da parte del governo ai media mainstream (WION, 2022). Invece con l'H1N1 Forbes, ad esempio, pubblicò un articolo sulla sordida vicenda intitolato senza mezzi termini “Perché l'OMS ha inventato una pandemia”. Quell'articolo è stato rimosso durante l'era COVID, ma è ancora disponibile nell'archivio web. (Web Archive, 2010)

 

Il Daily Mail ha scritto: “La pandemia che non c'è mai stata: Le aziende farmaceutiche 'hanno incoraggiato l'organismo sanitario mondiale a esagerare la minaccia dell'influenza suina'” (Macrae, 2010). Lamentando il clamore senza scrupoli, Simon Jenkins del Guardian ha scritto: “Quando l'attuale allarme sarà finito e il conto sarà saldato, sicuramente ci dovrebbe essere un'inchiesta su questo fiasco. Altrimenti Voltaire aveva ragione. Dovremmo prendere un virologo di tanto in tanto e sparargli, per tenere a bada gli altri. E forse anche un giornalista”. L'Irish Times è stato leggermente più diplomatico: Secondo alcuni scettici, un gruppo con forti legami a Ginevra aveva un forte interesse a che venisse dichiarata la fase sei: l'industria dei farmaci. Una volta dichiarata la pandemia, entrerebbero automaticamente in vigore contratti dormienti per la fornitura di milioni di vaccini a decine di governi di tutto il mondo. “A volte si ha la sensazione che ci sia un'intera industria che quasi aspetta che si verifichi una pandemia”, ha dichiarato di recente Tom Jefferson della Cochrane Collaboration, un'organizzazione internazionale no-profit, alla rivista tedesca Der Spiegel. Anche l'Irlanda ha assunto un ruolo di primo piano nel rivelare i disagi subiti dalle persone affette da narcolessia a causa del Pandemrix, il vaccino di GSK che ci si affrettò a somministrare, e sia l'Irish Times che RTÉ News, la principale fonte di notizie irlandese, hanno coraggiosamente coperto le strazianti conseguenze.

 

La narcolessia debilitante causata nei giovani di tutta Europa da questo farmaco affrettato è ora ufficialmente riconosciuta (Vogel, 2015), ma la lotta per ottenere il riconoscimento delle loro lesioni, condotta dal bistrattato neurologo finlandese Markku Partinen, è stata a mani nude e male arbitrata. Nel gennaio 2011, durante un convegno medico finlandese, un collega si avvicinò al neurologo Markku Partinen, gli mise una mano sulla spalla e disse: “Markku, sarà un brutto anno per te”. Nei mesi successivi, altri scienziati lo ridicolizzarono, misero in dubbio i suoi metodi e le sue motivazioni e sollevarono dubbi sulla sua stabilità mentale. I colleghi cominciarono ad attraversare la strada per evitarlo. Né il Lancet né il New England Journal of Medicine pubblicarono il lavoro di Partinen e, dopo la svolta, non furono disposti a commentare le loro decisioni editoriali. (Kelland, 2013) Nonostante i costi e le ingiurie, non tutti hanno criticato l'Organizzazione Mondiale della Sanità.

 

CTV news riferisce che l'epidemiologo Mike Osterholm ha dichiarato: “Penso che siano stati completamente sopra le righe”. Tornato alla ribalta col COVID, Osterholm è oggi meglio conosciuto per il suo ruolo di importante consulente COVID della Casa Bianca (Wiki Archived 2023), particolarmente zelante nel sostenere la vaccinazione COVID per i bambini, insistendo con i genitori sul fatto che i vaccini di sintesi proteica appena rilasciati e testati a lungo erano “più sicuri dell'aspirina”. (Wurzer et al., 2021) Qualunque sia il punto di vista sulla politica, tutto sommato, la prova dell'H1N1 del 2009 sembra aver rappresentato per l'industria un guadagno di quasi 18 miliardi di dollari. (Wodarg, 2010) Naturalmente, si trattava di una frazione di quanto sarebbe stato guadagnato da Pfizer (Kimball, 2023) o persino da Moderna (Wingrove & Leroy, 2023) nell'era COVID, ma è comunque servita come prova impressionante del tipo di introiti che le frenetiche politiche mediche «taglia unica» possono generare, senza conseguenze negative per l'industria.


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