20a AZK - James Corbett: Il conflitto in Medio Oriente e la moneta digitale delle banche centrali: uno scenario da horror assoluto | La 4 TicinoWebTV - la nostra televisione è la vostra televisione - dal Ticino fino al Mondo | Mobile

Ci sono legami tra il governo Netanyahu ed Hamas? Esiste un modo per porre fine alla guerra a Gaza? E quali parallelismi, connessioni e processi di fondo si possono riscontrare con la guerra in Ucraina? [Mobile]

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20a AZK - James Corbett: Il conflitto in Medio Oriente e la moneta digitale delle banche centrali: uno scenario da horror assoluto

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Pubblicato da: klatv
Data: 03/09/2024 | Visualizzazioni: 145

Ivo Sasek:
Wow, che giornata! Ora continuiamo. Arriviamo a un altra corifea. Ora ci concentriamo sul conflitto in Medio Oriente e rivolgiamo le nostre domande esplosive a un altro gigante della delucidazione che vive in Giappone. Ad intervistarlo è il nostro fantastico corrispondente di Kla.TV Dan dagli Stati Uniti. Giappone, Stati Uniti, noi qui in Svizzera, quindi questa volta abbiamo a che fare con una differenza di fuso orario di 15 ore tra questi due uomini e di sette e otto ore per noi in Svizzera. Grazie per il vostro prezioso servizio e diamo un'occhiata alla biografia di chi? James Corbett. James, abbiamo bisogno di te!


James Corbett è nato e cresciuto in Canada. Si è laureato al Trinity College di Dublino, in Irlanda, con un Master of Philosophy.

 

Dopo essersi trasferito in Giappone
nel 2007 ha fondato il suo sito web “The Corbett Report” come piattaforma per analisi critiche indipendenti su politica, società, storia ed economia.
All'epoca, James Corbett gestiva il sito web parallelamente al suo lavoro di insegnante di inglese.
Circa 4 anni dopo è diventato giornalista investigativo a tempo pieno.
Da allora ha ricevuto diversi premi per il suo lavoro giornalistico ed è stato un ricercato relatore in varie università, al TEDx Groningen e davanti a commissioni d'inchiesta indipendenti come la National Citizens Inquiry in Canada.

 

Nel corso degli anni, James Corbett ha pubblicato molti documentari rivelatori, come:
per esempio:
“11 settembre: gli indiziati”
“Un secolo di schiavitù: la storia della Federal Reserve”
e “Chi è Bill Gates?”.
Le sue ricerche approfondite sono disponibili pubblicamente sul suo sito web e su numerosi canali in centinaia di episodi di podcast, interviste e altri formati. Solo sui suoi canali social lo seguono già oltre 300.000 abbonati.

 

Nel 2018 ha lanciato il premio annuale negativo “Fake News Awards”, in cui documenta le notizie più distorte dei media di sistema.

James Corbett interviene oggi sull'argomento:
Conflitto in Medio Oriente e denaro digitale delle banche centrali: uno scenario da horror assoluto!

 


Intervistatore:
James Corbett, grazie per essere di nuovo qui.

James Corbett:
Nessun problema.

Intervistatore:
Oggi parleremo della guerra in Medio Oriente e delle CBDC. Allora, se lei è pronto e i ns. nostri ascoltatori sono pronti, andiamo dritti al punto. Cari spettatori, siete pronti?

 

Pubblico:
Sì, sì, sì! Sì, sono pronto! Sono pronto.

 

Intervistatore:
Dunque inziamo da qui: Lei ha definito il 7 ottobre come l’undici settembre di Israele. Per quale motivo? In che relazione sono questi due eventi?

 

James Corbett:
Beh, ovviamente non sono l'unico ad aver usato questa espressione. In effetti, i media tradizionali hanno usato questa definizione subito dopo gli attentati del 7 ottobre. E ovviamente la usano nel contesto di un attacco terroristico spettacolare e su larga scala che non era quello che ci era stato detto e che giustifica una guerra al terrorismo in corso, probabilmente senza fine.
Io uso il paragone in modo molto diverso perché, come chi conosce il mio lavoro sa, ho analizzato gli attacchi terroristici false flag dell'11 settembre da molti punti di vista diversi, tra cui l'analisi della pista del denaro e dei giochi di guerra che erano in corso l'11 settembre e anche l'analisi di alcuni dei sospetti e delle persone che circondano l'11 settembre, gli operatori e le agenzie di intelligence che lavoravano attivamente con Al-CIAda, nota anche come Al-Qaeda, e che in molti modi l'hanno creata. Quindi, quando dico che il 7 ottobre è stato l'11 settembre di Israele, lo intendo in questo contesto, come un evento false flag inscenato o provocato che è stato usato come giustificazione per un'agenda militare e politica già stabilita in anticipo.

 

Intervistatore:
Ora, quando lei dice che la guerra non finirà mai, quello che vedo io, è che Israele ha interesse a Gaza. Vede un modo per porre fine a questa guerra a Gaza? Finirà? Come finirà? Insomma, la cosa infinita è che se continuano ad avere nemici in giro, continueranno ad attingere al Tesoro degli Stati Uniti per mantenere le spedizioni di armi. Ma a proposito di Gaza, prevede una fine di questa situazione?

 

James Corbett:
Purtroppo, posso capire come potrebbe finire. E purtroppo, la maggior parte delle alternative non sono piacevoli. Esse comportano lo sradicamento del popolo palestinese da Gaza. A questo hanno alluso numerosi ministri del parlamento israeliano che hanno parlato di sradicamento di Gaza o di eliminazione del popolo palestinese. E purtroppo, ovviamente, queste persone vengono sminuite come: “Oh, sono la frangia estrema dell'estrema destra. Non rappresentano la maggioranza del governo israeliano”. Ma è interessante notare che la coalizione politica di Netanyahu in questo momento dipende proprio da queste persone.
Quindi l'idea non è un fenomeno marginale così piccolo nella politica israeliana che potrebbe effettivamente finire con la pulizia etnica di Gaza.
E poi, naturalmente, c'è la questione della Cisgiordania, dove per anni la politica aperta e concertata di gran parte della classe politica israeliana è stata quella di continuare ed espandere gli insediamenti illegali. Questo è ciò che sta accadendo in Cisgiordania. Proprio la scorsa settimana, la Corte internazionale di giustizia [ICJ] ha stabilito in una sentenza preliminare che l'occupazione israeliana dei territori palestinesi occupati è illegale. Questo conferma ancora una volta che si tratta di un'occupazione illegale e che Israele deve fare ogni sforzo per porre fine a ciò che sta facendo il prima possibile.
Ma che cosa significa? E purtroppo, come ho detto, vedo molte possibilità... Posso pensare a molti modi in cui potrebbe finire, soprattutto a Gaza, ad esempio con lo sterminio completo del popolo palestinese, o almeno con l'espulsione di un numero di persone sufficiente a rendere insostenibile la sopravvivenza dei palestinesi a Gaza, o almeno ad aprire nuove strade e nuove aree per gli insediamenti israeliani a Gaza.
Ma tutto ciò che assomiglia a una prospettiva militare, per esempio che Hamas combatta davvero in una guerra contro il governo israeliano e che ci siano davvero due forze che si combattono e che potrebbero andare da una parte o dall'altra, credo sia una falsa narrazione che è stata impiantata. Quello che sta accadendo non è una guerra. È un massacro, un grande massacro che sta avvenendo proprio ora.
Spettatori: È vero, sì infatti!

 

Intervistatore:
E se vogliamo estrapolare oltre Gaza e andare in Cisgiordania, potremmo dire, sai, Gerusalemme, le alture del Golan, ognuno di questi luoghi. Quindi, potremmo estrapolare e dire che forse l'obiettivo è l'eradicazione dei palestinesi da tutto Israele, no?

 

James Corbett:
Come ho detto, non si tratta di un'estrapolazione o di una teoria. Si tratta di qualcosa di cui si è parlato attivamente e apertamente, almeno da parte di alcuni membri del parlamento israeliano. E quando lo fanno, quando questi ministri escono allo scoperto e fanno queste dichiarazioni, di solito Netanyahu esce allo scoperto e rilascia una qualche dichiarazione: “Oh, questo è andare troppo lontano, oh, non sosteniamo questa idea”. Ma, come ho detto, la coalizione politica che tiene insieme il governo di Netanyahu dipende dai ministri che fanno questo tipo di dichiarazioni. E ce ne sono molti. Sto documentando questo aspetto per un prossimo episodio del podcast. Sto esaminando questi dati e posso dire che ci sono ampie prove documentate di dichiarazioni di numerosi politici israeliani che invocano lo sterminio del popolo palestinese.
Quindi non è un'idea marginale che viene espressa solo da poche persone. Viene espressa da persone che occupano posizioni di potere. E questo, come ho detto, è almeno una possibilità di immaginare la fine di questo conflitto, ma nel modo peggiore possibile.

 

Intervistatore:
Sì. E Netanyahu ridimensionerà i suoi commenti a seconda di chi lo ascolta. Potrebbe cercare di minimizzare l'idea, ma poi un altro giorno potrebbe equiparare gli abitanti di Gaza ad Amalek che devono essere eliminati.

 

James Corbett:
Sì. E naturalmente questo ha a che fare con la politica interna israeliana e i cicli politici. Nella carriera di Netanyahu è documentato che ha fatto le dichiarazioni più provocatorie e schiette sulle politiche più aggressive nei confronti dei palestinesi in periodi di elezioni politiche molto contestate. In sostanza, egli corteggerà i voti della destra che lo manterranno in carica. Ma c'è anche il rischio che Netanyahu venga incolpato di tutto. È certamente una forza dominante nella politica israeliana. E lo è stato per decenni. Ma non è l'unica forza.
E corriamo il rischio di pensare che se solo riuscissimo a portare al potere un primo ministro israeliano più equilibrato come Naftali Bennett o Ehud Barak, che era un confidente di Jeffrey Epstein, o qualcun altro, allora tutto andrebbe bene. Ma credo che questa sia una falsa narrativa che è stata inserita in questa discussione. È una questione fondamentale che è stata al centro della politica israeliana fin dalla fondazione dello Stato israeliano, attraverso gli attacchi terroristici che hanno portato alla creazione dello Stato israeliano. Ne siamo a conoscenza. Ancora una volta, non si tratta di teorie complottiste. Si tratta di storia documentata. Ad esempio, l'attacco all'Hotel King David nel 1946, che all'epoca fu il più grande attacco terroristico della storia e scosse le coscienze del mondo, uccidendo decine, centinaia di persone e ferendone molte di più. Fu un attacco assolutamente sfacciato. Si trattò di un attacco terroristico mirato, perpetrato da coloro che in seguito sarebbero diventati l'establishment politico israeliano, come parte del loro piano per cacciare gli inglesi dalla Palestina. E purtroppo ebbe molto successo. Quindi le fondamenta dello Stato israeliano erano basate sul terrorismo e sulla violenza contro i palestinesi fin dall'inizio. E purtroppo nulla è cambiato negli ultimi 75 anni.

 

Intervistatore:
Quando dice che questo gruppo terroristico è diventato l'establishment politico, intende l'Irgun?

 

James Corbett:
Sì. E in effetti, il nome mi sfugge ora. Ma l'ho documentato nel mio recente episodio del podcast (“Meet Benjamin Netanyahu, War Criminal”) “ Incontro con Benjamin Netanyahu, criminale di guerra”. Nello specifico, il leader dell'Irgun responsabile dell'operazione all'Hotel King David non solo è stato elogiato da Netanyahu come esempio di fondazione dello Stato israeliano - è stato uno dei padri fondatori dello Stato israeliano - ma addirittura nel 2006, nel 60° anniversario di quell'attentato mortale, il governo israeliano non solo ha inaugurato una targa commemorativa, ma l'ambasciatore britannico ha detto che era assolutamente straordinario che uno Stato libero, liberale e democratico erigesse letteralmente un monumento a un terribile e mortale attacco terroristico.
Ma chi era presente per svelare la targa e commemorare ancora una volta l'Irgun e lodarlo per il suo ruolo nella fondazione di Israele in questo evento mortale? Niente meno che Benjamin Netanyahu.

 

Intervistatore:
Il governo Netanyahu è in qualche modo legato ad Hamas?

 

James Corbett:
Sì, lo è. E ancora una volta, l'ho documentato nel mio lavoro. Qualche mese fa ho scritto un articolo intitolato “La storia segreta di Hamas”, che parla della fondazione di Hamas, di cosa è, da dove viene, e degli ampi legami del governo israeliano e dei servizi segreti tra il governo israeliano e Hamas. E credo che sarebbe troppo facile dire che Hamas è solo un'invenzione, una marionetta del governo israeliano.

Ma è stato dimostrato che è stato aiutato, sostenuto, finanziato e favorito dal governo israeliano. In una riunione del partito Likud nel 2019, Benjamin Netanyahu ha persino detto esplicitamente che la sua strategia era quella di sostenere Hamas per mantenere i palestinesi di Gaza politicamente e ideologicamente separati dai palestinesi della Cisgiordania, per garantire che non potessero mai unirsi e non potessero mai rappresentare una vera minaccia creando una soluzione a due Stati al conflitto israelo-palestinese. Quindi, ancora una volta, questo è evidente, non c'è bisogno di specularci su.

 

Intervistatore:
James, visto che stiamo parlando della necessità di continuare le guerre in generale: Ho visto quello che presumo sia il suo ultimo video e lei ha citato un articolo della rivista CovertAction. E ho dato un'occhiata alla rivista CovertAction. Non so se ho letto l'articolo giusto, ma era di un uomo che diceva che questo è stato il modus operandi degli Stati Uniti fin dall'inizio: far continuare le guerre. Lei direbbe che, in generale, è così in Medio Oriente, è così in Ucraina oggi, ed è così per gli Stati Uniti?

 

James Corbett:
Direi che questo è il modus operandi generale del complesso militare-industriale che Eisenhower identificò quando lasciò l'incarico di Presidente degli Stati Uniti nel 1960 e che oggi è ancora più in vigore di allora. Questo è stato il “modus operandi” del complesso militare-industriale fin dalla sua nascita. La guerra è la salute dello Stato, ma la guerra è anche la salute di ogni industria, di ogni agenzia ausiliaria, di ogni agenzia di intelligence e di tutti gli altri organi del più ampio Deep State che determina effettivamente la politica. E quindi non solo hanno un interesse acquisito, non solo un interesse nascosto, ma il loro interesse è pari all'interesse di fare la guerra e di creare costantemente motivi per l'azione militare. Quindi sì, questo fa sicuramente parte della strategia. Penso che questo sia più vero in certi tempi e luoghi per certe ragioni strategiche. Possiamo guardarlo dal punto di vista storico. Ad esempio, negli anni '80, la ragione esplicita del finanziamento - in realtà, si trattava della più grande operazione della CIA, perlomeno ammessa, della storia - era quella di finanziare i Talebani in Afghanistan negli anni '80, come parte della loro guerra di jihad contro i sovietici - specificamente e precisamente perché il Deep State dell'amministrazione Carter decise, alla fine degli anni '70, che il modo migliore per dissanguare i sovietici era quello di metterli in un tritacarne, dando loro il proprio Vietnam. E questo è ciò che hanno esplicitamente fatto. E hanno cercato di far durare questa guerra il più a lungo possibile. Questa era la strategia alla base. Il conflitto in Ucraina credo sia un esatto parallelo, perché in questo caso l'obiettivo è chiaramente la Russia, e gli Stati Uniti sono felici di combattere la Russia fino all'ultimo ucraino, e continueranno a inviare denaro, aiuti e armi per mantenere questo conflitto il più a lungo possibile per prosciugare i russi.

 

Spettatori:
Siii wow si, si

 

Intervistatore:
Beh, credo che Trump abbia recentemente detto di voler porre fine a questa guerra. Se fermasse la guerra, anche il tritacarne smetterebbe. Ma credo che abbia altre ragioni per fermare la guerra. Vorremmo conoscere il Suo pensiero sullo stato attuale della guerra per procura della NATO in Ucraina. E guardiamo un po' ai principali responsabili dell'inizio e del proseguimento della guerra contro la Russia. Cosa vogliono persone come Victoria Nuland e Antony Blinken, Segretario di Stato americano? Qual è il loro obiettivo laggiù?

 

James Corbett:
È una buona domanda. E penso che sia una questione di quanto indietro nella storia geopolitica si voglia andare. Certamente penso che la strategia dell'impero, dell'impero britannico alla fine del XIX secolo e dell'impero americano nel XX, sia stata per molto tempo quella di tenere separati i russi e i tedeschi e di tenerli essenzialmente in guerra tra loro. Perché se si unissero, nemmeno politicamente o economicamente, anche solo avendo buoni rapporti tra loro, sarebbe una seria minaccia alla capacità, ad esempio, degli inglesi o degli americani di controllare il continente europeo. Come è stato stabilito più di un secolo fa, fin dai tempi di Mackinder, Halford Mackinder, e della nascita della geopolitica come la conosciamo oggi, quest'area è il cuore della cosiddetta scacchiera globale. E ogni potenza che la controlla ha essenzialmente il controllo del pianeta. Questo è stato capito da oltre un secolo, ed è proprio per questo che c'è sempre stata la necessità di creare un cuneo tra russi e tedeschi o europei in generale. E credo che questo sia ancora attuale. Fa ancora parte della strategia.

 

Intervistatore:
Sì, ho condotto un'intervista con il gestore del sito web Antiwar.com. Fa il grande podcast contro la guerra. Horton. Sì, Scott Horton. E ha detto: "L'ultima cosa che l'Occidente vuole è l'unità russo-tedesca. E dice che la cosa peggiore sarebbe se la Germania e la Russia entrassero di nuovo in guerra tra loro. E abbiamo visto cosa succede quando ciò accade.

 

James Corbett:
Sì, è così.

 

Intervistatore:
Torniamo alla dichiarazione di Trump di voler porre fine a questa guerra. Cosa sa del suo buon amico Larry Fink, amministratore delegato di BlackRock, che si dà il caso abbia un ruolo di consulenza nella ricostruzione dell'Ucraina e sia responsabile del Fondo di sviluppo dell'Ucraina?

 

James Corbett:
Sì. È esattamente come hai descritto. BlackRock, tra l'altro, è la più grande società di investimento al mondo e detiene, se non la maggioranza, almeno una gran parte delle azioni di quasi tutte le società Fortune 500. E BlackRock, in particolare Larry Fink, l'amministratore delegato di BlackRock, ha investito molto anche nella ricostruzione ucraina, che è stata ovviamente inserita nel contesto di una trasformazione digitale. Questo processo era già stato avviato prima dell'attuale conflitto, ma è stato decisamente ampliato. Larry Fink ha parlato apertamente di come questa sia un'opportunità perfetta per la completa trasformazione digitale di un governo e di un'economia. Quindi è proprio quello che stanno cercando di fare. Naturalmente, si tratta di un'attività corrotta in termini di miliardi di euro e miliardi di dollari per chiunque riesca a mettere il naso in questa particolare torta e a mangiarne il più possibile. E Larry Fink è sicuramente nella posizione di essere quel vampiro succhiasangue alla giugulare dell'umanità.

 

Intervistatore:
Mentre indagavo sul background di Larry Fink e sul suo coinvolgimento in Ucraina e la sua ingerenza in quel paese e mi sono imbattuto in una conferenza che si è svolta a New York qualche anno fa. Ha mai sentito parlare del Dealbook Summit sponsorizzato dal New York Times?

 

James Corbett:
Ne ho sentito parlare, sì, ma non ho seguito il processo.

 

Intervistatore:
Beh, ho letto “le clausole in calce” C'era scritto che al summit avrebbero parlato anche il designato Primo Ministro Benjamin Netanyahu, il Presidente ucraino Vladimir Zelensky, l'amministratore delegato di META Mark Zuckerberg, il Segretario al Tesoro statunitense Janet Yellen e l'amministratore delegato di BlackRock Larry Fink. Tutte queste persone insieme in un summit a New York. Cosa ne pensa?

 

James Corbett:
A parte il fatto che non mi sorprende affatto. Direi che queste sono proprio le persone che ci aspetteremmo si riuniscano per parlarne e per cercare di trarne profitto in ogni modo, sia dal punto di vista finanziario che geopolitico. E anche militarmente. Naturalmente, ogni giocatore a questo tavolo ha le proprie ragioni per essere a questo tavolo, ma possono certamente essere d'accordo sul programma di succhiare la linfa vitale dall'Ucraina per combattere i russi - qualcosa che molte persone diverse a questo tavolo vorrebbero fare al momento.

 

Intervistatore:
Beh, ok James, Lei non mi sembra molto ottimista sui possibili esiti dell'attuale crisi in Israele. Qual'è il migliore scenario semi-ragionevole per la fine della guerra in Ucraina senza che BlackRock prenda il controllo del Paese?

 

James Corbett:
Sì. Come ho detto, ora è straordinariamente difficile. E credo che tutti abbiano giocato le loro carte a tal punto che è difficile immaginare che ci sia un modo per fare un passo indietro da questo precipizio. Perché non credo che i russi possano ritirarsi ora senza aver prima raggiunto almeno una qualche misura per salvarsi la faccia nel Donbass in termini di presunti obiettivi geopolitici. Ma allo stesso tempo, l'Ucraina è ormai saldamente avviata verso l'integrazione occidentale, compresa l'adesione alla NATO. Alla recente conferenza della NATO è stato assicurato che il percorso dell'Ucraina verso l'adesione alla NATO è irreversibile. Non accadrà domani, ma accadrà. Questa, ovviamente, è la linea rossa che i russi tracciano da molto, molto tempo. Anche prima di Putin. L'idea della NATO in Ucraina era quella linea rossa. Quindi è difficile immaginare una misura salva-faccia possibile in questo momento che non sia almeno, come dici tu... Anche se il conflitto finisse domani, a Kiev abbiamo un governo che si è dedicato alla trasformazione digitale, all'acquisizione da parte di BlackRock, Palantir e altre aziende che stanno entrando in questo gioco. Al momento, è difficile immaginare che possano essere cacciate da un governo di Kiev.

 

Intervistatore:
Ok. Bene, James, passiamo al secondo argomento: i CBDC. E vorrei aprire l'argomento con una piccola notizia credo dello scorso fine settimana (,credo partita già da giovedì) Sa, avevo la testa piena, incasinato nella mia giornata lavorativa, neanche pensavo di andare a fare ricerche o guardare i miei messaggi su Twitter. Quindi non sapevo molto di questa vicenda di CrowdStrike. In effetti, non sapevo nemmeno cosa fosse CrowdStrike finché oggi qualcuno non mi ha risposto che si tratta di una società di sicurezza software. Ma venerdì è ben successo qualcosa e per qualche motivo non ho potuto accedere a nessun documento digitale della mia banca. Ho una app sul mio cellulare che mi permette di visualizzare il mio conto bancario e le transazioni. E mi diceva "non disponibile durante il fine settimana". E poi il mio amico ha detto: "Sì, potrebbe benissimo essere a causa di CrowdStrike". Ha parlato di centinaia di voli cancellati. ... che YouTube stamattina non ha funzionato per tre ore, che le banche erano chiuse e così via. E il mio pensiero è stato, visto che stiamo parlando di CBDC, che questo dovrebbe essere un brutto colpo per l'idea di passare tutto al digitale. Non crede che la gente sia preoccupata di perdere l'accesso al contante e di non poter spendere senza dipendere al 100% da questo denaro digitale che stanno cercando di introdurre?

 

James Corbett:
Mi fa piacere che lei inserisca questa discussione in questo contesto, perché in questo momento ci sono decine di migliaia di persone, forse di più, i cui viaggi sono stati cancellati, i cui conti bancari sono fermi, ecc. perché è arrivato questo evento del secolo, questa terribile perturbazione che si è appena diffusa. Ma per lo meno, le persone dovrebbero ora pensare in via prioritaria se sia una buona idea far dipendere la nostra intera vita, la nostra esistenza economica, da questa tecnologia digitale che è per lo meno vulnerabile a glitch casuali e falsi aggiornamenti, per non parlare degli attacchi veri e propri, portati avanti da veri e propri sicari dall'esterno o come attacchi a falsa bandiera generati in qualche modo o forse solo per cause di forza maggiore. Questo lo sappiamo. I campi elettromagnetici, le radiazioni solari, l'evento Carrington. Conosciamo il tipo di cose che possono distruggere o interrompere la nostra vita elettronica come la conosciamo in un batter d'occhio.
In un certo senso, è stato quasi rincuorante vedere cosa è successo con il problema di CrowdStrike, come le carte d'imbarco dei passeggeri siano state scritte a mano su carta perché non potevano essere stampate elettronicamente. Non si potevano usare i codici QR. Le hanno letteralmente compilate a mano. E fa pensare, a dir poco, a quanto siamo immersi in questa matrice digitale che è scioccante vedere una carta d'imbarco scritta a mano ai giorni nostri. Ma sì, una volta si annotavano le cose con carta e penna. Perché abbiamo smesso? Quali urgenti problemi di sopravvivenza abbiamo risolto inserendo la nostra intera vita in questa matrice digitale?

 

Intervistatore:
Penso che si possa applicare a tante cose per le quali c'è una nuova soluzione, e la prima domanda che dovremmo porci è: Cosa c'è di sbagliato in quello che abbiamo qui? Ad esempio, con la vecchia rete 3G ho una ricezione abbastanza buona, almeno quando ero in Giappone. Perché abbiamo bisogno del 4 o 5G? E continuano a espanderlo dicendoci che è assolutamente necessaria per la nostra esistenza. Ma io non ho bisogno di scaricare un film in 19 secondi invece che in 53 (secondi)

 

James Corbett:
Mi permetta di inserire un riferimento a Neil Postman, autore di libri come “Amusing Ourselves to Death”. È stato uno scrittore molto interessante e preveggente, prolifico e attivo negli anni Ottanta e Novanta. Ha scritto di Internet quando stava nascendo. E ha tenuto numerosi discorsi su temi tecnologici. Non ricordo con quale titolo sia stato pronunciato questo discorso. Ma se cercate sotto Neil Postman “questions about technology”, lo troverete. Credo che abbia formulato quattro domande che dovremmo porci per ogni nuova tecnologia proposta. Una di queste è: qual è il problema per il quale la tecnologia proposta dovrebbe essere la soluzione? Ed è davvero un problema? Ed è davvero una soluzione? L'autore ha analizzato questo aspetto in modo eccellente e credo che sia ancora più rilevante oggi di quando ha tenuto quel discorso tre decenni fa.

 

Intervistatore:
Sembra interessante. James, so che abbiamo trattato questo argomento nell'ultima intervista, ma abbiamo molti nuovi spettatori che stanno guardando questa conferenza AZK. E credo che alcuni vogliano ancora sapere quale sia la differenza tra i CBDC e, ad esempio, Apple Pay o altri sistemi di pagamento digitale. E perché il 93% di tutte le banche centrali è improvvisamente coinvolto attivamente nello sviluppo di queste CBDC?

 

James Corbett:
L'infrastruttura di pagamento digitale, così come esiste ora e a cui state attingendo, si basa sulla forma di denaro a cui siamo abituati. Ovvero, il denaro al dettaglio nel ciclo delle banche commerciali. C'è molto da capire in termini di trucchi monetari e di assurdità che i sedicenti maghi di Wall Street hanno messo in atto, la coltre che hanno tirato sopra gli occhi del grande pubblico per molti, molti secoli. Ma l'idea è che oggi, nella maggior parte dei paesi, esiste un sistema monetario a due facce. Uno è il sistema monetario all'ingrosso, che riguarda le banche stesse, le banche commerciali che hanno conti di riserva presso la banca centrale, che sia la BCE o la Banca del Giappone o la Federal Reserve negli Stati Uniti, queste banche commerciali conservano le riserve e fanno transazioni tra loro all'interno di questo circuito all'ingrosso.
Noi, io e te e tutti coloro che ci stanno ascoltando, abbiamo i nostri fondi presso queste banche commerciali e questo è il circuito al dettaglio; sono due cose completamente diverse, il denaro che le banche usano nel circuito all'ingrosso è tecnicamente diverso dal denaro che usiamo nella vita di tutti i giorni.
Quindi, quando paghiamo con Apple Pay o simili, usiamo il denaro del ciclo al dettaglio. Si tratta di denaro creato dalla banca al dettaglio. Il sistema bancario commerciale in generale. La maggior parte del denaro viene creata grazie ai debiti contratti con le banche commerciali. Queste hanno il diritto, grazie alla magia del loro contratto bancario, di creare quel denaro prestandolo a noi. Non entrano nel caveau della banca e tirano fuori una pila di contanti ogni volta che ti prestano del denaro, ma creano il denaro che poi gli devi - compresi gli interessi! - Un'idea meravigliosa se sei un banchiere, senza dubbio. Il CBDC è l'idea che per la prima volta avremo accesso diretto al denaro della banca centrale.
Naturalmente, oggi esiste già del denaro emesso dalla banca centrale. Se tiri fuori una banconota, indipendentemente dal paese in cui vivi, se tiri fuori una banconota di carta, se ne hai una nel portafoglio, perché la maggior parte delle persone paga senza contanti, ci sarà scritto qualcosa del tipo: qui in Giappone la “Bank of Japan”, negli Stati Uniti la banconota “Federal Reserve”, perché è l'espressione della responsabilità della banca centrale.
Questa banconota è in realtà emessa dalla banca centrale stessa. Questo è l'unico modo che la banca centrale ha per iniettare denaro direttamente nell'economia, e si tratta solo di una frazione dell'economia. Tuttavia, nell'universo della CBDC, la banca centrale sarà in grado di portare la sua espressione di responsabilità direttamente nel tuo portafoglio digitale perché ora avrai un conto, a seconda di come lo configureranno, ma in un modo o nell'altro, avrai un conto con la banca centrale stessa. La banca centrale sarà in grado non solo di verificare e controllare le tue transazioni, ma anche di guardare le tue transazioni e potenzialmente, come è stato sottolineato da molti, compresi i politici del Regno Unito e di altri paesi che sono molto entusiasti di questa possibilità, potrà programmare ciò che può o non può accadere con quel denaro.
Ad esempio, se stabiliscono una restrizione per cui puoi comprare solo una certa quantità di carne in quel mese, perché sappiamo che mangiare carne fa arrabbiare gli dei del tempo. Se stabiliscono una restrizione, possono farla rispettare impedendoti di acquistare una quantità di carne superiore a quella assegnata con la moneta digitale della banca centrale. E sarà una cosa automatica che non potrai aggirare se decideranno di implementarla in questo modo. O qualsiasi altra restrizione tu possa pensare potrebbe essere attuata in tempo reale premendo un interruttore digitale, il che rappresenta un controllo assolutamente da incubo sull'economia direttamente da parte dei banchieri centrali.

 

Intervistatore:
Sì, e lei ha appena risposto alla mia domanda successiva, che era: cosa pensa che sarebbe la cosa più attraente per lo Stato? Direi che è la capacità di monitorare da vicino i nostri beni e le nostre spese e, se necessario, di controllarne l'utilizzo.

 

James Corbett:
Assolutamente sì, e dovrei fare una distinzione perché, come ho detto, per come esiste attualmente il sistema bancario, le banche commerciali si interpongono tra la banca centrale e noi. Quindi le banche commerciali sono una parte importante e ovviamente esercitano un controllo incredibile sull'economia in questo momento. Non rinunceranno facilmente a questo controllo. Possiamo quindi immaginare molti modi in cui il sistema CBDC sarà strutturato. Uno di questi potrebbe essere che la banca centrale deleghi la sua capacità di detenere e verificare i conti alle banche commerciali o almeno alle istituzioni finanziarie verificate. Queste ultime, quindi, agiranno anche come intermediari. In questo modo le banche centrali sarebbero, almeno in apparenza, a un passo dal processo: “Oh, noi non controlliamo tutto questo. Questo viene fatto dalle banche commerciali”. Data la realtà politica ed economica di come è strutturato il sistema bancario, sorge spontanea la domanda su chi regola queste banche commerciali e dice loro cosa possono o non possono fare. Sono i regolatori delle banche centrali e dei governi. Abbiamo visto come questo potere sia stato abusato in passato.
Ad esempio, sotto l'amministrazione Obama, il Dipartimento di Giustizia ha ordinato alle banche commerciali degli Stati Uniti di bloccare i conti di persone che fornivano servizi perfettamente legali, anche se poco rispettabili, come pornostar, commercianti di munizioni, prestatori di denaro e altre persone operanti in settori commerciali con cui il governo non era d'accordo. Il governo ha chiesto alle banche di rimuovere questi clienti dalla circolazione. Sono state le banche stesse ad adeguarsi. Sono state loro a bloccare i conti di questi clienti, ma lo hanno fatto perché la FDIC [Federal Deposit Insurance Corporation], uno dei regolatori del sistema bancario degli Stati Uniti, ha detto: “Non proteggeremo i vostri depositi. Potremmo cancellarvi dalla lista se non rispetterete le nostre richieste di sbarazzarvi di queste persone”. Quindi, da questo esempio, possiamo vedere come può essere impostato questo tipo di sistema. Anche in questo caso, non sarà esattamente come lo scenario da incubo in cui le banche centrali controllano direttamente il portafoglio, ma sarà più o meno la stessa cosa.

 

Intervistatore:
Sì, posso immaginare come cercheranno di renderlo appetibile per noi. E questa è una di quelle situazioni in cui "quando andarono a prendere i comunisti...". All'inizio arrivarono per gli usurai di Skid Row. Beh, queste persone non ci piacciono. Non ci piacciono nemmeno le pornostar. Lo renderanno attraente. Quanto siamo vicini a un sistema CBDC? E questo significa la fine del contante?

 

James Corbett:
Possono certamente coesistere e probabilmente lo faranno per un po'. Questo non significa necessariamente che qualcosa come il contante non esisterà più. Tuttavia, abbiamo già visto come si è sviluppata la società senza contanti e con quale rapidità. In Giappone siamo al punto in cui l'economia è ancora largamente basata sul contante, anche se la situazione sta cambiando. Ricordo di aver partecipato a una conferenza in Inghilterra l'anno scorso ed è stato davvero scioccante, anche se ne sono consapevole e ho ricercato e parlato dell'argomento. È stato davvero scioccante entrare in numerosi bar, ristoranti e negozi al dettaglio che non accettavano letteralmente contanti. Era letteralmente tutto senza contanti. Anche questo è stato uno shock per il mio sistema, ma è già una realtà.
Si può quindi immaginare che con l'introduzione dei CBDC ci sarà un periodo di coesistenza. Ma si potrebbe benissimo immaginare che, a causa di qualche evento finanziario falso o di qualche altra giustificazione di emergenza, il contante potrebbe essere abolito. E la maggior parte delle persone oggi probabilmente non batterebbe ciglio.

 

Intervistatore:
Esatto. Beh, quando va in un supermercato locale, quante persone vede usare l'iPhone, la carta di credito, il bancomat o simili, invece che coi contanti? Voglio dire, non è abbastanza comune?

 

James Corbett:
Purtroppo sì. E dico “purtroppo” perché mi ha fatto molto piacere il fatto che il Giappone sia ancora in gran parte un'economia basata sul denaro contante, al punto che si può comprare un'auto in contanti e non è nemmeno una cosa fuori dal comune. Ma le cose stanno cambiando, e molto rapidamente, perché i sistemi di pagamento senza contanti non vengono solo introdotti qui, ma vengono promossi sempre più attivamente. E purtroppo oggi è molto più comune che le persone paghino con il cellulare o con la carta rispetto al passato. Anche in Giappone, che era una delle poche eccezioni nel mondo industrializzato come economia basata sul contante, la situazione sta cambiando. E posso immaginare che tra qualche anno arriveremo al punto in cui i pagamenti senza contanti saranno più comuni di quelli in contanti.

 

Intervistatore:
Cosa possiamo fare al riguardo, a parte pagare in contanti il più spesso possibile? Cos'altro abbiamo nella manica?

 

James Corbett:
Beh, direi che è un ottimo punto di partenza. E credo che questo sia uno di quei problemi che è chiaramente un problema sociale che nessuno può risolvere da solo, ma tutti dobbiamo fare la nostra parte. Il nostro ruolo è quello di boicottare e prendere decisioni di acquisto consapevoli. E non solo evitando i negozi che non utilizzano contanti, ma anche sostenendo quei negozi, aziende, rivenditori o persone che conosci che sono disposti a offrire servizi non solo in cambio di contanti, ma anche di metalli preziosi, criptovalute, anelli di scambio o altre versioni di valute comunitarie, qualunque cosa sia. Non sono qui per giudicare cosa dovresti usare. Penso che dovresti usare tutto tranne i CBDC.


E questo è uno degli aspetti: finché esercitiamo questi muscoli e continuiamo a costruire una comunità che sia almeno supportata nel caso di questa transizione, in modo che quando l'adozione senza contanti avviene e sempre più persone scelgono questa strada, ci siano ancora persone disposte a fare una deviazione, a sopportare un inconveniente se necessario, per pagare con contanti o metalli preziosi o altro, allora almeno questa economia potrà continuare. Certamente la maggior parte delle persone si adeguerà al cashless per andare avanti, ma l'opportunità per le persone di sostenere questa comunità ci sarà.
Ma se non esercitiamo questi muscoli e ci limitiamo a dire: “Oh, è un po' scomodo, voglio solo andare al supermercato e comprare questa cosa. Immagino che questa volta dovrò rinunciare ai contanti". Più facciamo così, più ci lasciamo conquistare dal mondo senza contanti. Alla fine, si tratta del nostro sistema di abitudini e dobbiamo abituarci ad accettare i disagi per sostenere il mondo che vogliamo, per evitare il mondo che non vogliamo.

 

Intervistatore:
Amen, James. Ci avviciniamo alla fine del tempo a nostra disposizione. Mi piace inserire qualcosa di personale che mi riguarda e che si discosta leggermente dal copione. Vorrei descriverti una situazione ipotetica, James, e scoprire come reagiresti in questa situazione. So che si parla molto di questo argomento e che ci sono speculazioni dilaganti e che in un certo senso Le dà fastidio quando usciamo dai binari e ci addentriamo nelle tane dei conigli. Ma devo chiederle del presunto tentativo di assassinio del 13 luglio, va bene lo stesso?

 

James Corbett:
Sì.

 

Intervistatore:
Quindi, diciamo che lei sta presiedendo una conferenza e viene fuori la questione del presunto assassinio del 13 luglio. La gente si agita, si fa ogni sorta di speculazione su ciò che è realmente accaduto e in qualche modo si esce dal seminato. Lei picchia il Suo martelletto per far fare silenzio. Cosa fa per mantenere le persone concentrate e sulla strada giusta in una situazione del genere? Cosa direbbe?

 

James Corbett:
Credo che nel momento in cui le persone hanno espresso il loro interesse, sia troppo tardi per continuare a martellare. Non avrei mai la presunzione di dire alle persone a cosa dovrebbero pensare o a cosa dovrebbero dedicare il loro tempo o la loro attenzione, nemmeno per dire loro che non dovrebbero dedicare il loro tempo o la loro attenzione a questa o quella cosa. E anche se lo facessi, chi mi ascolterebbe e perché?
Tuttavia, potrei certamente commentare che il significato di un evento del genere per me, che non credo nel sistema politico e nel processo che ci è stato dato con la “scatola dei suggerimenti sulla schiavitù” che arriva a intervalli di quattro anni, non è rilevante se non si considerano le questioni generali delle valute digitali delle banche centrali, del conflitto in Israele e in Ucraina e di altre cose di cui abbiamo parlato oggi. Il vero significato di tutto ciò non ha nulla a che fare con questo o quel candidato politico. Si tratta di ciò che le persone che controllano questo sistema vogliono farci credere che sia avvenuto e perché vogliono che lo crediamo. Quindi, se potessi dire qualcosa in questa situazione immaginaria, direi semplicemente che potrebbe essere più utile guardare: Che cosa significa questo evento, perché veniamo indirizzati a pensare e parlare di questo evento in un certo modo, a chi interessa? Se accettiamo questa narrazione così come ci viene imposta, dove ci porta e a quale risultato? E se non si trova un'altra ragione, forse è solo per trascinarci di nuovo nella discussione politica e per far sì che tutti si concentrino di nuovo su quale lato di questa preda controllata sinistra-destra vogliono sostenere politicamente. Anche solo per attirare di nuovo le persone in questo circo da baraccone, questo potrebbe essere il vero significato di un evento del genere. Per questo motivo, vorrei almeno proporre la discussione su questo punto.

 

Intervistatore:
Molto bene, molto bene. Ok, ultima domanda, James. Ultima domanda: È rimasto sorpreso dalla liberazione di Julian Assange?

 

James Corbett:
Penso di sì, anche se solo per la narrazione a lungo termine, come nel caso del conflitto in Ucraina o in Afghanistan o altro. Sembra che a un certo punto il vero obiettivo diventi quello di lasciarlo in questo processo infinito, in questo stato. Non dico che sarebbe stato interessante vedere come si sarebbe svolto in tribunale, ma non sono sicuro che avrei voluto vedere come si sarebbe svolto in tribunale. In ogni caso, mi ha sorpreso. Non me l'aspettavo.
Non la vedo come una grande vittoria per la libertà di parola, se non altro perché l'unica cosa che è stata decisa è stata: “Sì, colpevole, sono colpevole, ora fatemi uscire”. E questo non aiuta a risolvere il problema fondamentale: è stato creato un precedente secondo il quale le normali pratiche giornalistiche sono illegali. E questo è essenzialmente ciò che è stato stabilito in questo caso. Fortunatamente, perché sarebbe potuta andare anche peggio. Avrebbe potuto esserci una vera e propria sentenza del tribunale che avrebbe dichiarato illegale ciò che ha fatto, il che avrebbe creato un precedente ancora peggiore. Ma sarebbe potuta andare meglio, perché sarebbe stato molto meglio dichiarare innocente qualcuno che stava solo facendo un lavoro giornalistico.

 

Intervistatore:
Assolutamente, assolutamente. Potremmo dire che forse dovremmo festeggiare la sua liberazione, ma i nostri festeggiamenti dovrebbero essere un po' smorzati, dato che è stato possibile grazie a un patteggiamento.

 

James Corbett:
Come sempre, dovremmo continuare a sottolineare i fatti e le questioni relative a questo caso piuttosto che soffermarci sulle personalità delle persone coinvolte.

 

Intervistatore:
D'accordo, assolutamente giusto. Ebbene, cari partecipanti alla conferenza AZK, che ne dite di un bell'applauso per James Corbett?

 

Ivo Sasek:
Meraviglioso, grazie. Veramente cose importanti avete portato alla luce Grazie a Dan, per aver condotto l'intervista.


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